Regione Puglia

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Da più di un anno la marina di Casalabate è passata alle amministrazioni di Trepuzzi e Squinzano e già molto è cambiato. Nella cura e nell’attenzione che entrambe le amministrazioni hanno sin da subito dimostrato, si interpreta il desiderio di restituire la bellezza perduta di un luogo, a lungo trascurato (e maltrattato).
Accanto alle scelte politiche ed ai tanti sforzi che sono stati fatti negli ultimi due anni per migliorare la marina, sarebbe utile riqualificare lo storico paese sul mare anche attraverso un piano di comunicazione ad hoc che accompagni le strategie delle amministrazioni, configurandosi come strumento del policy making in tutte le sue fasi, dalla
individuazione dei problemi fino alla loro risoluzione. Sappiamo bene infatti che “la comunicazione cambia l’organizzazione. I valori e l’identità costitutiva si rifondano intorno a nuovi principi guida, le procedure vengono semplificate, i servizi rispondono meglio ai bisogni dell’utenza, i linguaggi diventano più comprensibili, le competenze e le conoscenze dentro l’organizzazione si affinano e si specializzano, le relazioni migliorano e aumentano”.
Partiamo innanzitutto dalla natura di Casalabate, storica località marina luogo di villeggiatura dei residenti dei paesi limitrofi, quali Trepuzzi, Squinzano e Campi, abitata solo nel periodo estivo, come quasi tutte le marine salentine, diventando città deserta in inverno. Gli strumenti da utilizzare per effettuare le iniziative di comunicazione, quindi, dovranno concentrarsi principalmente nel periodo estivo ma ciò non esclude, la possibilità di adottare altri strumenti, capaci di raggiungere contesti diversi per creare attenzione sul tema, considerato che la maggior parte di villeggianti risiedono nei comuni limitrofi.
Analizzando la situazione economica di Casalabate, si ricava che il turismo rappresenta il settore economico trainante del territorio. E’ necessario quindi investire su questo aspetto, evidenziando i punti di forza che rendono la marina un’attrattiva turistica, con attività di promozione e valorizzazione delle risorse in grado di attirare anche solo il turismo. Inoltre, dall’analisi fatta, sono emersi la parziale copertura di molti dei principali servizi, una scarsa (seppure in aumento) sensibilità ambientale. Diversi quindi sono gli obiettivi da porsi. Innanzitutto le amministrazioni dovranno, come stanno facendo, promuovere un cambiamento radicale nella governance della marina, attraverso la partecipazione dei cittadini. Modificando anche e soprattutto la percezione che ciascuno ha del luogo; non più Casalabate “terra di nessuno”, carente di servizi e di attrattive paesaggistiche ma marina organizzata e valorizzata per le bellezze che i suoi paesaggi offrono.
Sarà quindi fondamentale aumentare il livello consapevolezza e informazione di cittadini e villeggianti sui cambiamenti in atto, stimolare processi partecipativi di chi vive Casalabate e determinante è anche comunicare i servizi agli utenti. Diffondere al meglio la conoscenza dei servizi attivati ed implementarli da una parte (dall’informazione sui servizi, all’educazione ambientale, ..) e mantenere un canale d’ascolto aperto con l’utenza dall’altro, così da migliorare l’organizzazione della p.a. in virtù dell’ascolto. Se si darò il via a queste nuove forme di lavoro, come già si sta facendo, a marina potrà raggiungere quella trasformazione a cui tanto aspira, riprendendosi la sua dignità tra le marine del
Salento. E questo lo si capirà, a mio avviso, dal grado di affetto e dal senso di appartenenza che, in primis, la comunità che vive Casalabate sarà in grado di esprimere, affinchè possa crescere l’idea della marina come bene comune.

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Il Gal Valle della Cupa, ha individuate nel Monastero uno dei punti di sosta attrezzati dell’itinerario delle Serre di S. Elia.
A tale scopo, verranno installati, nel piazzale antistante, cartelli informativi, tavoli e panche per la sosta dei turisti. All’interno del boschetto verrà installato invece un percorso ginnico a disposizione dei turisti e dei residenti che di sovente utilizzano questi luoghi per salutari pratiche sportive.
La Serra di S. Elia è un belvedere naturale sulla Valle della Cupa. Da qui è possibile cogliere la diversità, peculiarità e complessità del paesaggio e ammirare il sistema di cupole e campanili dei piccoli centri della Valle della Cupa. L’area, ricca di testimonianza storiche e artistiche, è una dorsale collinare rivestita di manto boschivo secolare di querce, pini e lecci, riconosciuta dal Piano Paesaggistico della Regione come sito “di notevole interesse ambientale”.
La Serra di S. Elia e il Monte d’Oro, con l’affaccio panoramico sulla Valle, sono luoghi privilegiati per gli appassionati di camminate e passeggiate in bicicletta lungo il suggestivo “Sentiero della Salute”.
L’area, in età romana, ospitava un impianto rustico e, almeno fino al XIII secolo, l’antico casale medievale di Bagnara. Masseria Bagnara Vecchia rappresenta l’esempio tipico del passaggio dalla masseria al casino, costruzione che si sviluppa su due livelli. Un portico con tre arcate a tutto sesto crea al piano nobile un'aggettante cornice dentellata ed un affaccio a terrazza.
A pochi passi dalla masseria, sulla sommità della Serra, in un fitto boschetto di lecci, si erge il Monastero di S. Elia.
Il convento è un complesso architettonico religioso di Trepuzzi, ma per tradizione è collegato anche alle cittadine di Campi e Squinzano, il centro più vicino.
Realizzato dai Cappuccini nel 1575, il complesso conventuale sorse su preesistenze monastiche basiliane e normanne e riprende i semplici canoni costruttivi imposti dall'ordine francescano. In questo bellissimo posto saranno allestiti gli spazi informative e di sosta del Gal.

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Due donne, due sorelle, un’agronoma e una geologa. Filippa e Maria Rosa La Loggia, una decina di anni fa, hanno iniziato a coltivare alcune tra le principali piante aromatiche, tipiche della provincia di Enna, oggi sono entrambe titolari di due aziende agricole che uniscono gli antichi saperi alle moderne pratiche multimediali.
Col il sostegno della misura 311 del PSR 2007/2013 della Sicilia hanno ricevuto il sostegno necessario per far decollare la loro attività, in un piccolo paesino della Sicilia. Partite dalla coltivazione biologica dello zafferano (scelto per le potenzialità sul mercato), le due sorelle hanno poi allargato la produzione all’origano, la salvia, la maggiorana, il rosmarino, la melissa e la lavanda , sempre mantenendo fede alla lavorazione manuale in tutte le fasi della produzione, dalla coltivazione all'essiccazione fino alla trasformazione. Un’esperienza che si è subito ampliata, grazie alla costanza e alla forza delle due donne, che hanno pensato bene di mantenere all’interno dell’azienda il processo di trasformazione dei prodotti biologici (manuale), assicurandosi così una qualità del prodotto che è stata molto apprezzata sul mercato. Così oggi, commercializzano prodotti
locali, sia freschi (asparago) che trasformati (confetture di ortaggi, conserve, pesti, olio allo zafferano, oleoliti, piante aromatiche essiccate, mandorle pralinate, legumi, ecc). Accanto alla cura di prodotti di alta qualità, le due donne hanno subito investito nella commercializzazione e comunicazione delle loro aziende, creando un marchio (Le perle del Bio) e investendo sulla comunicazione.

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