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Abbiamo chiesto a Fabio Ingrosso, Presidente Copagri (Confederazione Produttori Agricoli) qual’ è a suo avviso l’esperienza delle masserie didattiche nel Salento, e come sono state accolte dagli imprenditori e dalla popolazione. 
“Le masserie didattiche nel Salento sono ancora poche e mal distribuite, ma soprattutto c’è ancora una scarsa cultura sul loro ruolo e sulla loro funzione. Nel nostro territorio capita di incontrare delle masserie didattiche e sociali che sono anche degli agriturismi. Le masserie didattiche hanno invece un loro compito fondamentale e specifico, in quanto sono strumento di apprendimento attivo sia per studenti che per adulti. È necessario fornire agli imprenditori le informazioni necessarie per comprendere la distinzione tra le nuove strutture che si affacciano nel panorama agricolo.  Anche i bandi per il finanziamento di tali iniziative indicano strade differenti e separate. Cito ad esempio i progetti promossi recentemente dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Puglia in collaborazione con le ASL per il recupero di soggetti con problemi mentali: attraverso l’utilizzo della masseria, intesa nell’ambito sociale vale a dire in sinergia con l‘attività agricola. Grazie a questa nuova forma di assistenza si attivano percorsi che possono portare ad un miglioramento della salute sia mentale che fisica della persona in condizioni di disagio. Intese in questi termini si parla di altra cosa rispetto alle attività destinate alla ricettività e all’ospitalità turistica.” 
Il presidente Ingrosso ha evidenziato che sebbene le strutture possano coesistere, certamente il ruolo di una è ben diverso dall’altra. Le masseria didattiche, hanno la funzione principale di accompagnare i visitatori (ragazzi ed adulti) in tutti quei processi agricoli e produttivi quali la coltivazione, la raccolta, la trasformazione dei prodotti della terra nonché favorire una maggiore conoscenza della “fattoria” tradizionale, ed un migliore e più consapevole approccio con la natura, con il campo e con gli animali. Le masserie didattiche devono essere considerate quindi strutture mirate ad incentivare nei consumatori una maggiore e migliore conoscenza dei nostri prodotti, delle nostre aziende e dei loro processi produttivi. 
Il rappresentante di Copagri ha rilevato che i nostri imprenditori hanno accolto positivamente i finanziamenti messi in campo per sostenere ed incentivare tali forme di diversificazione del settore agricolo. E’ necessario tuttavia tenere ben presente la loro peculiarità, considerando tali attività nuove opportunità offerte agli operatori del settore, per realizzare strutture diverse nella loro specificità. Sarebbe sbagliato ritenere tali azioni un genere o una forma di finanziamento da adattare alla propria azienda, che anche nel settore agricolo (forse in maniera ancora più rilevante) risente della crisi diffusa. “Limitarsi a questo è il più grosso errore che si possa commettere” ha ribadito Ingrosso. “Gli imprenditori che intendono fare questi tipi di investimenti, dovranno essere consapevoli e ritenere tali iniziative lo “start up” di nuove idee progettuali sostenibili e durevoli nel tempo; per fare ciò bisogna entrare in un’ottica più ampia, costruire un percorso con il territorio e fare sistema. Questi sono investimenti che devono essere utilizzati per perseguire obiettivi e principi comuni. Resta ancora un problema di carenza di informazione e di progettazione riguardo quali debbano essere i percorsi da intraprendere. Da qui la necessità di fare informazione e aggiornamento sugli obiettivi e strumenti resi disponibili dalle nuove programmazioni. Il sapere, la conoscenza e il “fare sistema” sono elementi indispensabili. È la collettività che deve lavorare per il singolo, ma deve essere anche il singolo deve lavorare per la collettività, se passa questo principio allora forse cambierà qualcosa. Uscire dalla crisi è difficile ma la condivisione dei programmi e degli obbiettivi, insieme ad una collaborazione concreta degli addetti ai lavori sicuramente potrà fornire la giusta direzione da seguire”. Grazie alle strutture messe in campo siano esse del Gal stesso, ma anche dei tecnici e delle associazioni di categoria, è possibile avviare un approccio reale alla condivisione di azioni comuni che portino miglioramento in questo settore.

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