Regione Puglia

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L’intuizione è quella giusta: trasformare parte della nostra abitazione o una vecchia casa in una struttura ricettiva può essere un ottimo investimento in una terra a forte vocazione turistica come la nostra. Lo dimostrano anche le indagini sulle mete estive 2013, dove la Puglia risulta 2° (dopo il Trentino Alto Adige), con il Salento al 1° posto (Centro Studi Touring Club); in aumento gli stranieri attirati da paesaggio, cultura e gastronomia locale (target a cui il sistema turistico regionale ha fortemente puntato nelle strategie di promozione). Investire nel turismo quindi continua ad essere strumento per creare occasioni di reddito e generare benessere. 
Ma quali sono i passi da compiere e le cose da sapere per gestire una piccola struttura ricettiva?
Come è noto, il GAL Valle della Cupa offre opportunità di co-finanziamento per ristrutturare ed adeguare immobili da destinare a tale scopo. Possibilità da cogliere perché, a differenza di altri strumenti di sussidio, garantisce l’erogazione del 50% di contributo a fondo perduto, prerogativa che facilita l’accesso al credito presso gli istituti bancari. Le procedure da seguire per avviare l’attività sono quelle classiche per le attività commerciali: aprire la partita IVA, iscriversi alla Camera di Commercio e seguire la normativa regionale (L.R. Puglia n. 11/1999).
Inoltre sarebbe utile progettare un piano marketing, partendo dall’analisi del territorio che prevede: una ricerca di mercato sulle caratteristiche e le offerte delle altre strutture presenti, la tipologia di target a cui fare riferimento, le peculiarità del contesto in cui ricade l’immobile ed una raccolta di informazioni sull’offerta paesaggistica, culturale e gastronomica su cui fare leva per la promozione della propria struttura. 
Ed è proprio su questo piano che si gioca il successo dell’attività. La giusta combinazione della qualità del servizio offerto connessa con la capacità di fare rete e di promuoversi sono gli elementi centrali per posizionarsi sul mercato.
Qui entra in gioco il lato più creativo. La cura del dettaglio e l’originalità sono fondamentali per imprimere personalità alle camere , a seconda del target che si vuole avvicinare e delle caratteristiche del contesto in cui ci si trova. La scelta del nome, gli arredi, i colori, l’organizzazione degli spazi, il modo di relazionarsi con gli ospiti, saranno il biglietto da visita della nostra struttura sia nella promozione on line (attraverso fotografie, virtual tour o video) che per stimolare il passaparola positivo.

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Frise giganti. Frise alle rape, al peperoncino, al rosmarino, all'origano: cento e più condimenti per una tradizione antica e preziosa. E' la frisa la regina della domenica
dell'Open Day organizzato dal Gal Valle della Cupa.
Laboratori, esposizioni, degustazioni, tavole rotonde, approfondimenti per scoprire e riscoprire le dodici terre del Gal Valle della Cupa, apprezzando saperi e sapori.
Le tipicità, le tradizioni, le bellezze architettoniche, paesaggistiche e storiche dei dodici territori del Gal Valle della Cupa fanno bella mostra di sé nello spazio espositivo presso la
sede del Gal, in via Surbo a Trepuzzi.
I prodotti dell'artigianato tipico locale, dalla pietra leccese alla terracotta, dai ricami alle produzioni di olio, vino, conserve e prodotti da forno sono al centro dell'iniziativa promossa, che vede il coinvolgimento delle scuole del territorio. Nello spazio esperienziale ci si può immergere completamente nei sapori, negli odori e nelle percezioni tattili del nostro territorio, attraverso il percorso "Bozzetti di viaggio tra saperi e sapori".
Nello speech corner, invece, per la sezione "Dialoghi e luoghi" gli operatori economici sostenuti dal Gal Valle della Cupa nell'ambito delle attività svolte con il PSR 2007-2013
raccontano la propria esperienza in uno spazio di confronto per conoscere quanto è stato fin qui realizzato a sostegno dello sviluppo del territorio.
Dalle ore 19.00 partirà il percorso enogastronomico "L'olio novello e la frisa nella dieta mediterranea" con la partecipazione della giornalista Silvia Famularo, dell'enogastronomo e food blogger Pino De Luca e con i produttori Francesco Barba di Donna Olearia e Filippo Longo di Forno Bianco. Sarà l'occasione anche per raccontare l'iniziativa editoriale di prossima uscita della giornalista Silvia Famularo, che dopo "Divine Tavole" torna con le preziose ricette della tradizione culinaria salentina in abbinamento con il Nuovo Quotidiano di Puglia.

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Ci sono luoghi che a vederli da fuori passano inosservati, nascosti tra le vie e le case di un piccolo paese ed invece, come uno scrigno segreto, racchiudono piccoli tesori. Così è il Convento di San Francesco in Lequile, la cui architettura esprime attraverso le forme l’essenzialità propria dei frati francescani.
Il 25 e 26 ottobre è stato realizzato un convegno di studi in occasione del IV Centenario dalla Fondazione dell’edificio religioso. A partecipare al dibattito studiosi, autorità e lo staff del GAL Valle della Cupa che ha presentato le opportunità di finanziamento per la tutela e riqualificazione del patrimonio rurale. 
La sala scelta per il convegno è il refettorio, luogo dove i frati francescani si ritrovavano per mangiare insieme. Il mosaico di cocci presente sul pavimento rivela l’anno in cui furono terminati i lavori di costruzione: 1619, dopo sei anni di lavoro. Allo stesso periodo risalgono le pareti superiori affrescate e le sedie di legno intarsiate. La stanza è una delle più belle e suggestive, ricca di dettegli da ricercare nelle pitture degli schienali lignei (opera dei legnaioli riformati), tra decorazioni campestri o paesaggistiche, attribuite ad artisti locali. Anche le maestranza necessarie alla costruzione dell’edificio provenivano da Lequile o da paesi vicini, a partire dai progettisti sino ad arrivare ai singoli operai. 
Sebbene il progetto architettonico accomunasse tutti i conventi nati durante la Riforma Francescana, quello di Lequile diventò un modello per gli altri Conventi della Provincia di Lecce, per armonia e funzionalità degli ambienti. Nel 1695 venne costruita la biblioteca del Convento: un piccolo gioiello ricco di testimonianze del passato. All’interno di questa piccola stanza infatti, sono raccolti 2093 antichi volumi che risalgono al 500, al 600 o al 700 di tipografi veneziani, romani, napoletani, francesi. Anch’essa è caratterizzata dalle pareti affrescate che ritraggono i grandi Maestri della scuola filosofica teologica francescana. La biblioteca si affaccia poi su un meraviglioso chiosco abbellito da dipinti che raffigurano la Via Crucis ed oggi dalle decine di piante verdi curate dai frati che vivono il convento.

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